martedì 28 giugno 2011

Voglia di gelsomino...sapore d'estate!


Inizio col dire a mia madre che il suo gelsomino sta benissimo ed è ancora pieno di fiori!
Questa è una ricetta ha attirato la mia attenzione perché è una cosa abbastanza rara, almeno io non l'ho mai trovata in vendita, e io l'ho assaggiata in un agriturismo in Umbria parecchio tempo fa.

Si tratta di una "confettura di fiori di gelsomino" che, per me che non amo la marmellata, è molto particolare, come peraltro sono tutte le marmellate di fiori, perché l'aroma che sentite vicino ai suoi fiori e quello che gustate mangiandola. Ora, chiaramente, il mio "non amore" spassionato per le marmellate ha fatto si che ne facessi una quantità minima, ma la ricetta che vi do, che è quella che ho seguito è quella riportata nel libro, con qualche piccola variazione da parte mia (c'è in proporzione meno zucchero perché uno dei motivi per i quali non amo le marmellate è che spesso sono troppo dolci, però tenete conto che lo zucchero è un agente conservante, quindi se volete far scorte per l'inverno, forse è il caso di rispettare le dosi!)  è per 300g di prodotto.

Partiamo! La ricetta cita:
150 g di fiori (interi) di gelsomino, io ne ho usati 50g
300 g di zucchero, io ne avrei dovuti usare 100 e mi sono limitata a 50g
1 bicchierino d'acqua;
1 mortaio;
1 pentolino;
Un pò di pazienza più per la preparazione dei fiori che per la marmellata.

L'obiettivo...che, se guardate bene, sta già puntando il posto giusto
dove far cadere tutte le foglie e i fiori morti!

Puntate all'obiettivo scegliendo con cura i fiori e se il gelsomino risiede nel vostro giardino, ricordatevi che è quella "simpatica" pianta che il secondo successivo che voi avete finito di raccogliere foglie e fiori secchi -facendo una fatica boia perché i fiori secchi si appiccicano alla scopa e si rifiutano di essere raccolti- lui con aria vaga ne fa cadere altri con il risultato che dopo 5 minuti dovete ricominciare daccapo! Quindi dopo che li avete raccolti, li sciacquate velocemente sotto l'acqua corrente e li adagiate su uno strofinaccio, o la carta assorbente se preferite, smuovendoli un pò per togliere l'umidità.

mi raccomando non ci devono stare ore sotto l'acqua!

Prendete una sedia, non l'avevo citata nella ricetta ma ci vuole date retta a me, e, fiore per fiore togliete il calice, la ricetta dice che è amarognolo. Ve l'avevo detto che la sedia serviva! Chiaramente con tutto l'impegno pensavo di essermi portata dietro anche il mortaio piccino che uso a casa e invece mi sbagliavo, per cui se non avete il mortaio fate come me, scegliete il mestolo o cucchiaione di legno con la base più larga possibile e utilizzate quello, oppure basta il terminale del mattarello della pasta. L'obiettivo è quello di creare una pasta morbida ed omogenea, nel caso del mortaio, dovrebbe essere più facile, nel mio ci è voluto un po' di più ma alla fine è venuta! E giù le mani dai minipimer o frullatori che dir si voglia! Usare apparecchi elettrici fa si fa la lama si surriscaldi e rovini il sapore del fiore!


Quando avete fatto la vostra pappetta, che viene più scura e quindi perde il colore candido dei fiori, è un vero peccato lo so, mettete in un pentolino, 300g di zucchero, io ho usato quello integrale, non raffinato, ecobio, e chi più ne ha più ne metta. Pure nel caso dello zucchero, per le ragioni già citate, non sono molto portata, perché dove posso prendo tutto amaro, quindi, per me dire di "amare" questo tipo di zucchero che però uso in quantità esigue, la confezione che vedete ce l'ho da un anno ed è da un kg(e pesata stamane per curiosità pesa ancora 900g!), vuol dire che questo zucchero non è buono ma di più!

Lo sciroppo di zucchero


Dicevamo mettiamo nel pentolino lo zucchero con un reale bicchierino d'acqua e accendete il fuoco e quando diventa uno sciroppo denso ma limpido, aggiungete la pasta di fiori di gelsomino, abbassate la fiamma al minimo e mescolate. Il libro consiglia, per essere sicure di non bruciarla di toglierla ogni tanto dal fuoco, mescolare vigorosamente e rimetterla sul fuoco, quando si sarà amalgamata, nel mio caso non c'è voluto tanto, tra i 20 e i 30 minuti, ed  è fatta!

Unite la pasta di fiori...

....e mescolate bene!

Non rimane che metterla in barattolini appositi e procedete con le procedure di sigillatura, che nel mio caso non sono state fatte visto che con 50 g di fiori e altrettanti di zucchero, sono venuti 60g circa di prodotto.



Però non solo è buonissima ma è anche una marmellata dal sapore fresco che secondo me è particolarmente adatta al periodo estivo. Che dire, provateci anche voi e fatemi sapere! Se l'ho fatta io la possono veramente far tutti!

Buon appetito e alla prossima settimana!
Simona


Buon appetito!


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martedì 21 giugno 2011

Questioni di donne



Tra le questioni di donne ce ne sono due in particolare che desidero trattare ma che riguardano lo stesso ambito ovvero, citando la Lucianina nazionale, la "Iolanda".
Una è la fatidica moon cup e l'altra la "ginnastica nascosta".

Parliamo di moon cup. L'esperienza personale mi insegna che questo accrocco non fa per me. Vediamo come funziona. La moon cup è come dice il nome una coppetta, "cup" se non vado errata significherebbe tazza, ed è fatta in silicone. Invece di avere una base come le tazzine normali sotto ha un piccolo peduncolo. Ora, quando si usa? Durante il mestruo. Si prende si ripiega su se stessa e si inserisce come un assorbente interno. Nel momento in cui è piena va svuotata e sciacquata e rimessa al suo posto.Ora, ci sono due motivi per i quali non utilizzerò mai codesto trabiccolo, che come idea non è malvagia, ma presenta dei pericoli che fanno si che se decidete di usarla sia il caso che parliate con il vostro o la vostra ginecologa.
Il primo è il ristagno di sangue che è cmq da considerarsi "infetto" al momento dello "scarto dello stesso". Un anno, quando andavo ancora al liceo, ebbi uno shock anafilattico solo per aver utilizzato un assorbente interno. Mi riempii di piccoli puntini rossi e solo lo sguardo vigile e la presenza di mia madre evitarono il peggio.In più c'è da tenere conto che se avete le cascate del Niagara, che si che non è una bella descrizione ma rende, tale tazzetta deve essere svuotata in continuazione e prima di essere posizionata deve essere sciacquata e teoricamente disinfettata, come tutte le cose che li vengono posizionate e quindi a meno che non ne abbiate una scorta o che lavoriate in casa, io tutto questo tempo e questa disponibilità non ce l'ho e non mi fiderei mai a sciacquarla in ufficio dove c'è l'acqua che solo per sciacquare le mani mi secca la pelle figuriamoci dovessi lavarci la moon cup.
Insomma l'accrocco è anche carino, magari per chi ha flussi leggeri e riesce ad organizzarsi meglio di me è anche una soluzione, sempre sotto l'occhio vigile del ginecologo, ma per chi come me ogni giorno affronta un viaggio di speranza e di fiducia per arrivare in ufficio e sta fuori tutto il giorno è un'ipotesi impraticabile, meglio gli assorbenti in cotone, magari quelli naturali che si riciclano facilmente...certo non saranno l'ultima moda, alcuni sembrano tornati dal paleolitico, ma non rischiate la pelle e la Iolanda se non avete prima presente i rischi!

Parliamo anche di ginnastica invisibile. Questa è più difficile da spiegare, ma sicuramente più utile che mai. Sempre di Iolanda si parla eh! Ora, si narra, che in tempi passati, le concubine dei Marajà non fossero tutte ligie al dovere e siccome la concorrenza non era uno scherzo ed essere le favorite del Marajà portava indubbie facilitazioni, per mantenersi sempre sulla cresta dell'onda, utilizzavano un metodo semplice che mi sembra chiamassero la seconda verginità, ma su questa definizione non sono sicura e quindi prendetela con le pinze. In pratica essendo la Iolanda, almeno al suo ingresso, sostenuta da pareti che sono al pari dei muscoli, questi hanno bisogno per rimanere integri di fare la ginnastica e l'effetto è, mamma santa quant'è complicato, di una Iolanda sempre nel fiore dei suoi anni!Con il tempo, poi, ho scoperto che siffatta ginnastica oltre a piacere anche anche ai maschietti, in alcuni ambiti in cui lascio a voi fare le debite scoperte, previene anche le emorroidi, che si spera nessuna di noi debba mai provare, ma è un rischio connaturato con l'età.
Come si fa. La descrizione più semplice l'ho trovata su un manuale che serviva a tutt'altra cosa e che nemmeno mi ricordo dove ho ficcato ma in sostanza funziona così: avete presente quando trattenete la pipì, nel classico momento in cui ci dovete andare e pare che tutto il mondo si sia dato appuntamento nei bagni che dovete utilizzare? Ebbene in quel momento fate una contrazione vaginale. Ora ci sono persone che questa contrazione la fanno anche 50 volte al giorno, che pare una palestra a tutti gli effetti, codeste signore potremmo definirle dalla "Iolanda di ferro" ma se il mondo metallurgico non fa per voi non è che sia necessario! Secondo me e la mia esperienza 20 al giorno vanno più che bene. Ora se riuscite a gestire le espressioni del viso, la ginnastica si chiama nascosta perchè si può fare ovunque, se invece assumete la faccia del bimbo che sta facendo la pupù - che io chiamo la faccia da profonda riflessione sull'universo - magari evitate siffatte pratiche sotto gli occhi degli altri!Ora la contrazione non agisce solo sui muscoli vaginali, ed è per questo che previene anche le emorroidi, cosa scontata per il genere femminile che una cosa per volta proprio non la sa fare...ma che volete farci, ci hanno creato superiori, è uno sporco lavoro e qualcuno lo deve pur fare!;)))

Cmq tale pratica funziona eccome ed è raccomandata a tutte le donne di tutte le età perché non è mai troppo tardi...magari però se lo fate e siete in gravidanza... Chiedete prima al medico!
Detto ciò ci rivediamo la prossima settimana, e spero che quanto scritto vi sia stato utile,cià


martedì 14 giugno 2011

Germogli, Germania e due considerazioni.

Immagine presa da qui


Suppongo che chi ha letto i miei post, in merito ai germogli si sia fatto già un'idea precisa della questione, ma ci tengo a dire la mia. Sono stata subissata di chiamate di persone preoccupate (e lo apprezzo!!!) per quanto attiene lo scandalo tedesco.

Intanto questo batterio è di origine animale e pertanto difficilmente quelli di origine animale gradiscono il mondo vegetale per la propria sussistenza! In più mettiamoci anche che l'unico modo per farli entrare in contatto a quanto pare è il letame e il letame si usa per concimare e il concime si butta sulla terra. I germogli sia in versione industriale che amatoriale invece non si coltivano a terra! I germogli crescono al buio o semibuio dentro i germogliatori e l'unica cosa cui vengono esposti sono i batteri dell'aria e quelli dell'acqua. Quindi si coltiviamoli ma sempre con un occhio di riguardo e non conserviamoli mai più del necessario!

Detto questo, per tranquillizzare chi mi conosce, io per la mia competenza utilizzo germogli di sola provenienza italiana certificata. Questo per vari motivi tra cui spicca il fatto che in Italia vige il non OGM e che se la filiera è breve è più facile fare eventuali lamentele.
Chiaramente per altri prodotti compro anche da tutto il mondo, il curry dall'India alcune cose dall'America, Austria e Germania ma non sono i germogli!

Detto questo, voglio anche specificare che è mia precisa convinzione che lo spargimento del panico da parte dei media fa danni non solo al settore agricolo tedesco ma anche a quello italiano! Pertanto se si vuole aiutare l'economia della filiera basta verificare la provenienza dei prodotti e laddove possibile, anche se è più lungo e soprattutto darsi all'autoproduzione. Questo garantisce che quel che mangiate, sapete da dove viene perché avete acquistato le materie prime e le avete preparate voi.

Visto che questa cosa dell' "Ok panico", proprio non l'accetto da settimana prossima rimboccate le maniche e preparate mestoli e bocce da conservazione, perchè signore, ci diamo seriamente all'autoproduzione!
Come per i germogli anche qui c'e' un libro di riferimento ed è questo:



Non è e non sarà l'unico ma da qualche parte si deve cominciare no?;)
Quindi oltre alle ricette vegane ci scapperà anche qualcosa che non sarà totalmente vegan-style, ma dove potrò segnalerò le varie sostituzioni. Non rinuncerò al mio regime alimentare attuale perché devo ammettere che la cosa mi fa sentire sicuramente meglio, ma si può sempre e si deve sempre variare l'alimentazione perché la monotonia è nemica della salute al pari dell'alimentazione sbagliata. Per l'estate posso contare su una cucina più grande e quindi più spazio ove poter lavorare. E se poi mi raggiunge anche mia madre forse di mani ne vedrete 4 o due più definite!
Buona settimana, Simona


Altre info, per chi ha Facebook, sono visibili qui: 
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.135021073243101.33939.113769712034904 
La nota è del gruppo di Altenativa, ovvero quello di Stefania e Gabriella di cui vi ho parlato qualche settimana fa! :)

p.s.: non mi sono dimenticata del post della scorsa settimana ma l'esperimento non è riuscito! quindi dovete attendere che abbia di nuovo tempo per provare a fare il gloss! Cià!

martedì 7 giugno 2011

Si lo so...

Immagine presa da qui


....è martedì, ma perdonatemi non ce l'ho fatta a scrivere in velocità un pezzo, causa tre giorni di vacanza...
prometto di metterne uno durante la settimana...che sia completo, perchè ora ho solo pezzi a metà.
Perdonatemi, dalla prossima settimana ritorno alla programmazione normale!
Baci, Simona ;)

martedì 31 maggio 2011

.....pizza!!!!!

Nel girare fra ristoranti e affini ho ringraziato il cielo di essere all’inizio del mio percorso di riconversione al mondo vegano. Questo perchè girando mi sono resa conto che se sei vegan ed esci per andare in un ristorante non vegano, almeno per la cucina italiana c’e’ veramente poco da mangiare! I vegan infatti non mangiano nemmeno i formaggi e tutti derivati del latte quindi anche una semplice pizza può essere un problema. Per cui, siccome per il periodo estivo mi sono trasferita nella casa al mare (le foto ne saranno la testimonianza perchè sono più luminose!!) ho deciso, avendo una cucina vera, e non un buco come quella che ho io, di sperimentare.


Al supermercato ho trovato la pasta lievitata, l’ho comperata e lavorata (più la fate lievitare e più è digeribile la pizza) e l’ho lavorata ho fatto la classica croce e ‘ho lasciata a gonfiare sotto un panno umido a contatto con la pasta e asciutto sopra.
Alla fine della lievitazione era così:



Avevo comperato anche i funghi e le zucchine tonde (che sono un toccasana altro che yorgurt che combatte il senso di gonfiore non comprate schifezze ma usate ciò che la natura offre!) ho affettato una zucchina e l’ho ridotta a dadini (se i dadini sono piccoli il tutto si cuoce più velocemente) e mentre cuocevano ho affettato due cipollotti freschi...



Nei funghi ho messo il prezzemolo fresco, uno spicchietto d’aglio cui ho tolto l’anima l’ho ridotto a una pappetta con il mortaietto, sale e un goccino d’olio. Non ne va tantissimo di olio perchè le zucchine tirano fuori la loro acqua e quindi i funghi non bruceranno.



Finita la cottura ecco qui come si presentava...



Ho preso una teglia rotonda e mettendo un po’ d’olio l’ho oliata con un pezzetto di carta cucina, ho steso un tappeto di cipollotti freschi e sopra ci ho messo funghi e zucchine...




Poi in forno a 200 gradi per circa 35 minuti ed ecco il risultato! I cipollotti hanno parzialmente assorbito l’umidità di funghi e zucchine e quindi la base ha retto, il centro è morbido e umido e l’esterno e dorato senza bruciarsi. Non c’e’ formaggio, ma solo verdura e funghi, ed è buonissima. Chiaramente quella che vedete è una pizza per due e non per uno perchè mi è venuta un po’ alta e piena come si vede dalle foto, infatti per me saranno due cene...ma che cene!




Spero di avervi dato un’idea anche lontana di quant’e’ buona e sopratutto in pieno stile vegan:)
Alla prossima cià

martedì 24 maggio 2011

Rhassoul o Ghassoul o Meteorite o Argilla marocchina...

Immagine presa da qui
...sono questi i nomi con i quali si individua questa argilla non comune.

Da Wikiperdia questa è la definizione:

Le proprietà evidenti sono: saponificante, detergenti, sgrassanti e schiumose.
È un'argilla di un grigio verdastro, molto idratata, che contiene quasi sempre un poco di calce, di magnesio e d'ossido di ferro; è poco fusibile, grassa al contatto e che si può stemperare facilmente nell'acqua che rende insaponata, senza formare una pasta molto duttile.
Secondo un trattato di mineralogia che tratta dell'argilla smectica[1] Quest'argilla, secondo il Sig. Richard Kirwan (1735-1812), si lucida con attrito, non aderisce affatto a la lingua, è un poco grassa al contatto e quasi friabile. Messa nell'acqua, si riduce in particelle senza coerenza, in che è soprattutto distinta dall'argilla creta. Wallerius (1709-1785) dice che quando la schiaccia con il dito bagnato, produce una schiuma insaponata. Ma questa proprietà non ha luogo per tutte le argille smecticche[2].il colore ha spesso un colore di verdastro, unita al grigio, al vuoto, al marrone, ecc.
Ora detta così, fa un tantinello senso. Poi però arriva la spiegazione francese da wikipedia che è un pochino più rassicurante:
E 'utilizzato dalle donne marocchine da secoli, per detergere delicatamente e per la cura per la loro pelle e capelli.
Rhassoul componenti sono: silicio, ferro, magnesio, potassio, sodio, oligoelementi e Pro-vitamina.
(Negli hammam, viene usato dopo il bagno di) vapore (e) dopo il sapone (nero) e il "guanto" Kessa, il Rhassoul viene utilizzato come maschera facciale e impacco al corpo. Si ammorbidisce la pelle, riduce la secrezione di sebo, rigenera la pelle da cellule morte, esfoliante e stringendo riequilibra i pori.
Ideale per la pelle sensibile e allergie, pulisce perfettamente la pelle ed elimina le impurità e punti neri.
Ora riportati tutti i dati che ci rendono più edotte, passiamo alla parte pratica! La leggenda narra che una regina siriana, che probabilmente mai aveva sentito parlare di Poppea, si lavasse solo con questa argilla e in effetti si può fare!
Al di la dei componenti che possono sicuramente far bene, questo tipo di argilla è uno dei pochi che ha un effetto di microscrub e di pulizia senza maltrattare la pelle. L’effetto è quello di insaponarsi la faccia e il corpo perché la componente saponina fa si che quando lo mettere sul corpo o sui capelli non li secchi e che sia un lavaggio di tipo morbido. Questo non significa che lo dobbiate tenere sei ore! Significa solo che l’argilla fa il suo lavoro anche senza tempi di posa piu’ o meno prolungati.

Una delle cose che mi lasciava interdetta nel mio avvicinarmi a questo tipo di pulizia, sopratutto per i capelli è quello di non aver tutto questo tempo per impappettarmi tutte le volte. Perchè la domanda sorge spontanea, chi ce l’ha tutto questo tempo da dedicare a capelli, viso e corpo? Però facendo delle ricerche su siti esteri ho trovato una piccola soluzione, che unita con vari accorgimenti può aiutarci a dover dedicare meno tempo a far pappette. Si possono pre-preparare. 
Prima di tutto il preparato non può star li mesi, quindi posate giù le pale e spegnete l’aggeggio (di cui al momento non mi sovviene il nome) che serve per impastare il cemento. Questo perchè tutti i prodotti, conservati a lungo, potrebbero entrare in contatto con sostanze contaminanti e può perdere potere pulente. Quindi i pre-peparati devono essere fatti per due o tre lavaggi e l’aggiunta di acqua deve essere solo quella demiralizzata o se siete fortunate da avere un'acqua particolarmente pulita va bene lo stesso. Questo perché con questa pulizia dell’acqua permette di mettere in contatto la terra con un’acqua il meno possibile contaminata. Ah posate giù quelle acque in bottiglia, perché è stato dimostrato che dentro hanno un sacco di porcherie, a questo punto se non avete altro va bene l'acqua del rubinetto!
La pappetta per la conservazione non deve essere liquida, come mi avete visto fare le altre in passato, ma un piccolo malloppetto con la consistenza tipo del polpettone. Nel momento in cui lo dovete utilizzate, ne prendete un pezzetto e lo allungate.
Nel composto non va altro, non aggiungete altri componenti che potrebbero rovinarsi ricordate che con l’acqua molti alimenti che di solito non hanno problemi di resistenza potrebbero veder limitato il loro tempo di durata. Quando avrete il vostro composto, lo mettete in un barattolo pulito e disinfettato o anche in un contenitore tappeware e lo mette in frigo. Magari se non siete solo voi che usufruite del frigo scrivete fuori che è terra o che non si deve mangiare e non fate come me che una volta mi preparai in anticipo una maschera yogurt e cetriolo e il giorno successivo ho passato la giornata a sentire le lamentele del mio ex su che tipi strani di yogurt usavo comperarmi! Non ho mai avuto il coraggio di spiegargli cosa si era mangiato!

Ora di questa argilla ne serve veramente poca un cucchiaio scarso per il corpo e un cucchiaio raso per i capelli. Ricordando ancora che questa, come tutte le argille e le erbe non vanno fatte seccare addosso e che non le terre non devono entrare in contatto con materiali che non siano plastica vetro o legno, cominciamo con la ricetta partendo dal prodotto secco:

Viso (pulizia)
mezzo cucchiaio di Rhassoul
1 cucchiaio di plastica o di legno
1 contenitore di plastica dove mescolare
Acqua q.b.

Chiudete la finestra, a meno che non vogliate fare dopo le pulizie di primavera nel vostro bagno. Questa argilla ha una consistenza quasi impalpabile quindi non è bella cosa fare questi miscugli in mezzo a correnti d’aria. Aggiungete acqua un cucchiaio per volta e mescolate bene finchè la vostra pappetta avrà una consistenza morbida ma non liquida. Con pazienza prendete la pappetta, c’e’ chi lo fa con il cucchiaio a me non è mai riuscito, di solito lo faccio con le mani o con il pennello da tintura che secondo me è il più comodo. Una volta posizionato l’impiastro sul viso bagnatevi le mani e cominciate a massaggiare bene magari cercando di evitare il contorno occhi, lasciate in posa qualche minuto e poi sciacquate.
Un consiglio è di mettere nel lavandino uno di quegli aggeggi che servono per non far scendere nello scarico oggetti grossi. di solito li fanno per il lavandino per la cucina. ci mettere un bel foglio di carta scottex e incartato lo mettete sul buco dello scarico in maniera da ridurre la quantità di terra che va giù nei tubi, una volta finito di lavarsi, la carta bagnata andrà buttata nei rifiuti umidi. Questo se decidete di lavarvi solo con il rhassoul, ma se questi trattamenti li fate una volta al mese non ci dovrebbero essere problemi.

Viso (maschera):
mezzo cucchiaio Rhassoul
1 mezzo cuchiaio yogurt
un cucchiaino di miele
un cucchiaino di limone (solo per pelli grasse)
5 gocce di essenza di rosmarino (facoltativo vedi sotto non indicato per pelli secche)
1 cucchiaio di plastica o di legno
1 contenitore di plastica dove mescolare
acqua q.b.

Basta seguire il procedimento sopra aggiungendo prima lo yogurt, poi mescolate poi il miele e rimescolate, il limone se serve e se serve un goccino d'acqua. Ora c'e' chi ci mette anche un po' d'olio, io non sono molto convinta di questa soluzione perchè per chi non ha una pelle particolarmente secca, deve ripassarsi il viso con il sapone o similari per togliersi dal viso l'unto. Comunque per essere completa per i viso consigliano:
- l'olio di rosa mosqueda (compatte le rughe e la pelle rovinata)
- l'olio di argan (anti-invecchiamento cutaneo)
di questi olii, vista la pesantezza non ne va tantissima, io ne metterei metà di un cucchiaino o al massimo uno pieno. Non di più.

Capelli (pulizia)
cucchiaio di Rhassoul
1 cucchiaino di miele (a scelta io spesso ce lo metto)
5 gocce di essenza di rosmarino (a scelta io le metto perchè ha il potere disinfettante e curativo per la cute)
acqua q.b
1 cucchiaio di plastica o di legno
1 contenitore di plastica dove mescolare

Si lo so che ve lo state chiedendo e lo yogurt?? Non serve perchè è agisce come un vero sapone. Lo yogurt oltre ad acidificare un pochino il composto riduce la ruvidezza e quindi l'aggressività dell'argilla. Ma in questo caso essendo già delicata, è superfluo. Fatta la pappetta vi bagnate bene i capelli e li strizzate. Prende e la mettete bene. 
Ora qui di cono due scuole di pensiero, quelle che la mettono solo sulle lunghezze e quelle che ci si lavano tutti i capelli compresa la cute. Io appartengo a quest'ultimo gruppo di persone. E vi dirò di piu', che quando vado di fretta uso la versione short di questa ricetta metto prima di aggiungere l'acqua un cucchiaio di balsamo. Poi un goccino d'acqua se proprio serve e voilà il gioco è fatto L'argilla porta via con se lo sporco il balsamo ammorbidisce i capelli e io sono una donna felice perché ho risolto tutto nel giro di 20 minuti. Quando lo mettete in testa massaggiate bene la cute, perché venga pulita assicuratevi che i capelli siano ben impiastricciati e non li strofinate ma massaggiateli delicatamente. 

Parliamo di prezzi.
C'e' una confezione molto diffusa con un nome arabo che non mi sovviene. Mi sembra contenga 100g e se costa più di 4- 5 euro, lasciate perdere è troppo costosa questa per provare e stabilire se il genere corrisponde ai vostri gusti va benissimo.
Se invece lo avete già provato e siete convinti di non poterne fare più a meno, personalmente mi sento di consigliarvi un prodotto tedesco della ditta Safea che trovate in vendita in questo sito Hautbalance naturkosmetik questa è una confezione da un kg che vi durerà per 9-10 mesi se non di più e l'importo è conveniente. Il sito è collaudato direttamente da me e quindi ve lo consiglio in tranquillità.

Chiaramente se provate fatemi sapere.
Buona giornata a tutte, spero di esservi stata utile e a martedì prossimo!


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martedì 17 maggio 2011

Alternativamente...Alternativa:)



Oggi i parlo di qualcosa di nuovo e un pò differente ovvero di prodotti. In questo caso i prodotti vengono da un sito che si chiama "Alternativa". Dietro questo nome ci sono due ragazze operose e anche parecchio creative che hanno deciso di trasformare il loro hobby in una piccola attività.
La cosa che mi ha convinto a comprare da loro è innanzitutto la loro home su Facebook e anche su Blogspot, ma anche e sopratutto perché appena conosciute mi hanno spedito il loro catalogo ma ci hanno tenuto a specificare che i prodotti potrebbero non essere pronti subito.
La spiegazione di ciò è molto semplice per me che ogni tanto faccio le infornate di cose da autoproduzione, ma per chi non lo fa non è sempre così immediato e quindi vi spiego il perchè questo sia un fattore di pregio.

Quando si fanno dei prodotti come burri, creme o altro, a meno che non ci siano dei conservanti e componenti particolari non si fanno mai grosse quantità. Questo perchè il prodotto trattato, sciolto o altro potrebbe andare a male. E quindi il fatto che dicano in anticipo che potrebbe essere che si debba aspettare è indicativo di questo, ovvero che il prodotto che vi verrà consegnato è qualitativamente fresco e che non è fatto con nulla che non sia naturale.
Questo perché dobbiamo ricominciare a pensare anche ai prodotti cosmetici come fossero la frutta e la verdura che compriamo che non dura mesi. Quindi per esempio le creme, che sono emulsione di oli e di acqua a meno che non ci mettiate qualche conservante chimico non dureranno per lungo tempo e quindi fare una confezione da 100gr significa buttarne più della metà. Però a controbilanciare questo svantaggio di durata c'e' che smetteremo tutti di usare la cazzuola per metterci quintalate di prodotti e ne servirà veramente poco. Quindi un risparmio economico, una buona cosa per la nostra pelle, l'utilità del riciclo che permette di ridurre la produzione di spazzatura. Vi sembra poco? 

L'immagine che vedete sopra è relativa ai prodotti che ho comperato io ci sono:
due deodoranti, un balsamo solido, 3 saponette, la lisciva e il detersivo ecologico per i panni.
quello di cui vi parlo oggi è il deodorante che io definirei un balsamo antiodore perché è a base di burro di Karitè e funziona!!! Ma davvero e anche tutto il giorno, il principio alla base è il bicarbonato che ne a me e ne a mio fratello da fastidio e che permette di stare tutto il giorno in santa pace senza avere l'ansia del deodorante. Il fatto che sia a base di bicarbonato risolve l'annoso problema dell'allume che invece ottura i pori e quindi non è proprio il massimo per la pelle.
Al tatto è come un burro montato (per chi conosce il Karitè sa che se non conservato in luoghi caldi ha questo piccolo difetto di essere un tantinello duro, infatti io ringrazio il cielo che nessuno mi veda tutte le volte che faccio il burro di cacao perché per rompere i burri rovino tutti i cucchiaini!!) perchè è morbido, non è  che lo dovete mettere a quintali e oltre a espletare il suo servizio antiodore cura e rende la pelle delle ascelle meno secca e quindi è anche curativo. Viene dato nelle confezioni di vetro quelle che vedete rosse alla sinistra della foto, che sono riciclate, decorate e etichettate con gli ingredienti in vista e dopo essere state accuratamente disinfettate sono riempite e spedite.

Chiaramente vi recensirò gli altri prodotti non appena li provo tutti. Ci vuole del tempo perchè mano a mano sto finendo tutto ciò che avevo in casa, tipo i detersivi e saponi. Ma piano piano vi spiegherò per quale utilizzo ho comperato questi prodotti.
Nel frattempo se siete curiose e avete voglia di entrare nel mondo di Alternativa con i consigli, preziosissimi, per utilizzare quello che avete in casa sia per produrre cose da conservare e mangiare e sia per produrre piccoli cosmetici e detersivi vi rimando al gruppo su FB (c'e' anche spiegato come si fa la mozzarella!!). Per gli ordini o per avere il catalogo dei prodotti potete scrivere qui:alternativanaturale@gmail.com

E quindi ora avete anche una valida alternativa al fare le cose in casa da sole.
P.s. i saponi ancora non li ho provati ma sono talmente profumati che per conservarli li ho chiusi in sacchetti di stoffa e nel frattempo fanno da ottimi profuma biancheria:D 
Stefania e Gabriella che sono le due ragazze che ci sono dietro sono a disposizione sicuramente con la loro grande pazienza e competenza e non serve nemmeno dire che vi mando io :))

Sperando di esservi stata utile nuovamente....
Cià 
Simona






martedì 10 maggio 2011

La salute in cucina: I germogli, cosa c’e’ da sapere

Immagine presa da qui


Quando ho fatto il primo post ero alle prime armi. Ma “l’appetito vien mangiando” dice un detto e così ho cercato testi sui quali documentarmi per capire se quello che stavo facendo era corretto e come potevo migliorarmi. Pertanto mentre sono in lettura di quello che pare essere l’ultimo testo completo e di riferimento per un corretto utilizzo dei germogli vi metto a conoscenza delle cose utili che ho letto e che, mi piace condividere con voi.
Innanzitutto, come avevo capito, la coltivazione dei germogli è molto più diffusa di quanto si pensi, ma per poterla intraprendere bisogna tener conto del fatto che siccome li dobbiamo poi mangiare, dobbiamo essere accorti nelle regole di sopravvivenza degli stessi e in quelle di conservazione.  Quindi se ci apprestiamo a coltivare i germogli che abbiamo una germinazione pari a tre giorni, possono rimanere nel semenziario 4 al massimo 5 giorni per dare tempo anche ai tardivi i finire la germinazione, ma poi vanno conservati in frigo. Perché in frigo? direte voi, me lo sono domandata anche io e visto che non pare una domanda idiota l’autrice del libro “L’orto dei germogli. Manuale di coltivazione e consumo.” spiega che il freddo ferma lo status di germinazione, bloccandone la crescita. Altra cosa che mi pare importante dire e che in effetti avevo notato ma non avevo ritenuto importante è che non vi dovete aspettare che i germogli siano identici a quelli che vediamo nel supermercato. In questo noi italiani siamo fortunati, perché non so negli altri paesi, ma nel nostro si trovano solo ed esclusivamente i germogli di soia. Ecco, rispetto ai germogli i soia da supermercato quelli coltivati in casa hanno un aspetto più sano e colorito perchè non sono coltivati in maniera massiva come quelli commercializzati. L’autrice infatti spiega che la coltivazione massiva si fa in camere totalmente buie a temperatura fissa con innaffiamento vaporizzato e temporizzato. Raggiunto il termine di coltivazione i germogli non vengono messi in camere frigorifere ma bensì in celle di surgelamento che se da un lato blocca istantaneamente la germinazione dall’altro, essendo l’acqua una componente abbastanza presente nei nostri germogli, annulla e distrugge le proprietà nutritive degli stessi. In pratica quelli che si trovano al supermercato sono solo i contenitori degli elementi nutritivi originari che non hanno alcun valore alimentare. Agghiacciante eh? Quindi se proprio dovete spender soldi, lasciate perdere i germogli di soia nel reparto verdure.
Anche Grazia Cacciola (l’autrice che ha anche un nome e cognome!) cita tutta una serie di possibili semenziari o germogliatori dal fai da te al più fico che praticamente fa tutto da solo. Facciamo una piccola premessa, se non avete la cucina in mezzo ad un prato e non usate infangarla tutti i giorni tutto quel che scriverò va preso con un minimo di intelligenza o filosofia della praticità. Mi spiego meglio, l’autrice, c tiene a mettere bene in evidenza il fatto che una scorretta coltivazione dei germogli o conservazione degli stessi o allocazione del germogliatore può provocare la morte del germoglio o anche essere ricettacolo di germi o prodotti secondari come il botulino o altro. Ora, è vero che questo possa succedere, però teniamo presente che non li mettiamo in bagno e nemmeno in un balcone che da sulla tangenziale in cui qualsiasi ora è quella di punta. Se fate come me li avete in cucina e la cucina di solito è il luogo più frequentato e diciamocela tutta anche quello più curato visto che ci cuciniamo tutti i giorni! Quindi va bene una attenzione ai giorni di germinazione, è importante che quando raccogliete controlliate bene ciò che andate a conservare, può succedere che una pianticella sia morta per esempio, è importante lavarli prima dell’utilizzo come facciamo per qualsiasi tipo di verdura, ma non fatevi venire le manie da stafilococco!
Fatte salve le raccomandazioni sopra citate, pare che più son fighi i germogliatori e meno sia facile manutenerli. Pure qui c’e’ da spiegarsi meglio. Il germogliatore deve essere sempre tenuto pulito e fra una germogliazione e l’altra dovrebbe essere lavato e sterilizzato. Per sterilizzarlo l’autrice consiglia la bolliture che se nel caso dei germogliatori fai da te è facile, basta avete il pentolone, nel caso dei germogliatori più grandi è decisamente ardua. Pertanto la sottoscritta, che forse per qualcuno ama vivere la vita in maniera spericolata, e che ne frattempo si è dotata di un germogliatore non automatico ma cmq decisamente grosso per le pentole e la cucina in dotazione utilizzerà il metodo dei pionieri ovvero scalderà l’acqua e quando bolle la verserà  nel germogliatore smontato nel lavandino opportunamente tappato in modo che possa stare un pò a mollo al caldo. E’ importante ricordare che nel lavare il germogliatore o i sacchetti o altro non si devono mai usare i detersivi! questo perché nonostante tutte le accortezze possono rimanere dei residui che i germogli potrebbero assorbire nella crescita e pertanto potrebbero essere dannosi per la salute. Quindi vanno sciacquati per bene e attentamente sotto l’acqua corrente e poi bolliti o messi a bagno in acqua bollente per uccidere i vari germi residui.
Ora che vi ho salvato dallo stafilococco la prossima volta vi aspetta una bellissima review sui germogliatori fai da te e se riesco a costruirne un paio vi metterò anche le foto di come vengono. Sperando che vi sia stata utile alla prossima!
Simona

martedì 3 maggio 2011

Facciamo il burro di cocco



Fare il burro di cocco è una cosa abbastanza semplice ma questo burro ha una forte tendenza all'irrancidimento perchè viene estratto con l'acqua. Quindi se lo fate in casa ne va fatto poco per volta. Poco significa poco!! Tra parentesi sappiate che il burro irrancidito puzza e anche tanto, quasi come il cavolo andato a male!!! Vi ho convinte? 

Bene cominciamo col dire che cosa non si deve fare con questo burro: non si deve passare sul viso, anche se il profumo è buonissimo è anche buono da mangiare ma pessimo per la pelle perchè è comedonico. Quindi se non volete avere dei bellissimi comedoni, abbandonate l'idea, ma tenete da parte la ricetta per le cose da mangiare perchè è davvero buono.

Cosa serve:
farina di cocco io ne uso 5 cucchiai non di più a settimana
acqua qb
una pentola o un padellino
un passino per il primo filtraggio
uno schiacciapatate
un frigo
avete tutto?

Cominciamo: mettete nel padellino la farina e acqua abbastanza da coprire  la farina:


Accendete il fuoco medio e aspettate che arrivi a bollore. Una volta arrivato al bollore deve,perdonate la ripetizione, bollire per una decina di minuti ma se vedete che l'acqua evapora troppo o abbassate il fuoco o lo fate bollire di meno. L'importante è che l'acqua da limpida sia diventata bianca. Chiaramente più sta sul fuoco più la farina cede il grasso:



Fatto bollire va filtrato prima con il colino, mi raccomando quando inserite la farina strizzate per bene premendo con un cucchiaio perchè il grasso tende a rimanere attaccato alla farina (grassi e acqua solitamente vanno poco d'accordo).



Quando avete filtrato per bene, si passa alle maniere forti, quindi si inserisce la farina nello schiaccia patate e si spreme per bene (se avete un marito o un ragazzo forzuto a portata di mano è meglio!). Muovete la farina che mano mano va seccandosi e continuate a spremere quando vedete che non esce più nulla.




Otterrete questo liquido che vedete sotto e se fate attenzione si vede una specie di linea più chiara, ebbene, già adesso si sta formando il disco di grasso che compone i nostro burro. Non rimane altro da fare che prendere il bicchiere e metterlo in frigo. Qui c'e' chi dice che meglio se ci sta 15 minuti, la maggior parte dicono mezz'ora, l'esperienza personale dice che un'oretta va meglio per una questione più che pratica che altro ovvero più sta in frigo e più la lastrina di burro si consolida e più è facile estrarlo dall'acqua senza che si spezzi e faccia un altro bagno.




Dopo un'oretta tirate fuori dal frigo, e avrete il vostro bellissimo disco candido e vi accorgete che è arrivato il momento perchè se notate dalle foto precedenti sembra che l'acqua si sia ritirata.



Preparate una jar (si scriverà così? bah!), nel mio caso è quella che apparteneva ad una cipria di neve makeup pulita e asciutta:


Prendete il burro e scolatelo, tenete presente che il burro se spingete troppo passa fra le trame del colino quindi non esagerate con la pressione, tanto continueremo a spremerlo anche dopo averlo inserito nella jar:


Una volta inserito il burro dentro il vostro contenitore armatevi di pazienza prendete un bel cucchiaio e compattate e spremete per benino, continuerà ad uscire acqua.


Chiaramente rimarrà la bastardissima goccia, quella che non va mai via e allora il metodo Scravaglieri, ovvero quello della sottoscritta, prevede l'utilizzo della carta scottex con la quale tamponare la superficie tenendo la jar in verticale. Et voilà ecco il risultato!


E dopo circa un'oretta e mezza (compreso il passaggio in frigo) di lavoro (effettivamente il lavoro effettivo non sarà più di mezz'oretta!) avrete un profumatissimo burro corpo, e crema naturale per le mani che non unge e si assorbe subito e se la mettete appena usciti dalla doccia a parte lasciare la pelle morbidissima lascia un profumo di fondo estremamente accattivante anche se non ingombrante.
Informazioni essenziali, i burri tutti vanno messi a pelle umida altrimenti fanno poco effetto e voi diventerete rosse come peperoni nell'ansia di scioglierli, perché sono tutti compatti.
Andrebbe conservata in frigo il più possibile e dura, come detto, una settimana.
Con la farina si può fare uno scrub, e con l'acqua potete versarvela addosso come lozione prima di uscire dalla doccia come ultimo risciacquo. Magari, nel caso dell'acqua di cocco, non fate come me che la prima volta non l'ho scaldata e nel pieno dell'inverno, dopo una doccia calda, mi sono versata l'acqua fredda addosso, magari ero anche tonica, ma ho sentito freddo per tutta la notte!!

Spero vi sia stato utile,
Simona;)

martedì 26 aprile 2011

Riso all'orientale...

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Lungi da me farvi una pizzosissima lezione sul riso. Il riso è un alimento che ha molte proprietà e vi basta andare su wikipedia per scoprirle e non è mia intenzione elencarvele tutte. Quella che invece è la mia intenzione è dare qualche dritta sul modo di cucinare all'orientale. Alcune cose che noi intendiamo in un modo da una traduzione che rispetta alla lettera il termine non sono di fatto la stessa cosa.
Si dice infatti che il riso orientale (ovvero quello a chicco lungo e fino) si cuocia al vapore. Ma la cottura al vapore che intendono loro non è lo stesso tipo di cottura che intendiamo noi specialmente nella cucina cinese e indiana, quella giapponese richiede un lungo discorso che affronteremo in un altro post. La cottura che, nei paesi elencati e vicini a questo, si intende "a vapore" e' una via di mezzo fra quello che intendiamo noi e la nostra lessatura.

Come si fa? Intanto ci vogliono dieci minuti circa. Si prendono per ogni bicchiere di riso due bicchieri d'acqua. Una casseruola non enorme, a meno che non dobbiate cucinare per un esercito, una media va benissimo e avanza pure! Dopo aver preso il numero di bicchieri di riso che vi servono, lo sciacquate per togliere l'eccesso di amido (c'e' chi lo fa e chi no, io lo faccio solo quando non vado di fretta!) lo sciacquate e poi a freddo inserite i corrispondenti bicchieri d'acqua e  il riso e accendete a fuoco vivace. Niente sale, la cottura prevede che l'acqua che avete messo venga assorbita dal riso e se ci mettete il sale il riso verrà salatissimo. Se proprio "nature" non vi piace potete aggiungerci un po' di salsa di soia mescolando bene prima che bolla. Come arriva a bollore abbassate al minimo il fornello e mettete il coperchio. Ora se state usando il riso Thai la prima volta è più facile perchè ha un profumo particolare, ma avviene lo stesso quando cucinate il basmati e quando avvertite il "profumo del riso" che io chiamo il "profumo del pane" il riso è quasi cotto se alzate leggermente e mai totalmente il coperchio lo vedrete appena annacquato aspettate un minuto (sempre tenendolo ben coperto) e poi spegnete la fiamma. E di li ancora qualche minuto 5 basteranno senza alzare il coperchio e il riso finirà la cottura grazie al vapore sprigionato.

Cosa si può fare con questo riso che cmq è un po' sciapo per i palati occidentali? Un sacco di cose!
Il riso in oriente è un po' come il pane per l'occidente e quindi accompagna tutti quei piatti che prevedono sughi e salse liquide, un po' come fare la scarpetta in maniera elegante!
Una amica, sposata con un coreano, mi insegnò a fare il riso alla cantonese che è di una facilità estrema.
Per fare il riso alla Cantonese x 4 servono:
prosciutto cotto in fette non sottili
piselli congelati
1 uovo
Prendete il riso e con le indicazioni sopra riportate cominciate la cottura
quando siete più o meno a 5 minuti alzate in velocità il coperchio e mettete dentro i piselli congelati e anche il prosciutto, rimestate e rimettete il coperchio;
nel frattempo sbattete l'uovo, salate un pochino e quando sentite "l'odore del pane" spegnete la fiamma, mettete l'uovo e rimestate  velocemente per poi richiudere e aspettare che il vapore cuocia anche l'uovo.
Non ci vuole tanto? eh si, in pratica quasi nulla!

L'alternativa vegana a questo piatto non c'e', ma per chi volesse sperimentare, quando lo rifaccio vi faccio anche una foto, prevede l'uso del sale affumicato e gli ingredienti sono questi:
1 carota ridotta a dadini
piselli surgelati
1 zucchina a dadini
zafferano o curry
tofu sbriciolato.
La carota e le zucchine vanno inserite insieme al ai piselli a metà cottura (se volete le zucchine più croccanti anche a fine cottura, dipende dai gusti)
In una padella sbriciolate del tofu e amalgamatelo con un pò d'olio, curry (o zafferano) e del sale affumicato non deve stufare ma solo fare una prima cottura.
Finita la cottura del riso, aggiungete il composto al riso, rimestate per benino e lasciate finire la cottura al vapore.

Certo non sarà proprio come sopra, ma ci si avvicina parecchio e il sale affumicato da un sapore tutto particolare al piatto.
Le quantità delle verdure e del prosciutto non ve le ho date, perchè dipende dai gusti e da quanto preferiate avere la presenza di altri ingredienti rispetto al riso.
E che dire, buon appetito a tutti...:)

p.s.: se qualcuno fosse curioso di vedere una buona selezione di qualità di riso consiglio di sbirciare qui:
http://www.risotto.it/varieta1.htm